“Togli la felpa, sei sudato!”
Adulto che sente la temperatura, o vede il bambino sudato, deduce che è meglio svestirlo.
”Beh Dani non mi dirai che è sbagliato!”
(non mi riferisco alla particolarità del momento, che porta quasi a vestire troppo i bambini per paura che prendano anche un semplice raffreddore)
Mi riferisco al significato che quella felpa, o maglia, o paio di scarpe ha.
Molto spesso quel capo di abbigliamento è una seconda pelle, colma di significato.
Se si è nel contesto scuola dell’infanzia, quella maglia è la mamma, ha il suo odore e il suo significato, e non è così semplice privarsene.
Lo stesso significato hanno le scarpe, non solo come sostegno del piede, ma anche come base sicura sulla quale mi appoggio. Senza di loro, non “mi sento”.
Se siamo a casa invece, chiediamo al bambino se sente caldo. Magari evitiamo di togliergli automaticamente la felpa, ma facciamogli notare la situazione:
“Mmm, ti vedo sudato, lo senti?”
E proviamo a vedere se si tocca la fronte o se lo percepisce.
“Che ne dici, vuoi togliere la felpa?”
E se non vuole… rispettiamolo!
Rendiamolo consapevole delle sue sensazioni e portiamo a compiere le sue prime piccole scelte.
Facendo questo lo riconosciamo come soggetto pensante!
Ehm… lo stesso vale se abbiamo un figlio praticamente sempre scalzo e mezzo nudo.
E ve lo dice una mamma che ha le mani e piedi ghiacciati anche in estate!