Rami e gemme.
L’anno scorso ho deciso che per me il momento più proficuo per focalizzare i buoni propositi fosse settembre.
Con l’inizio delle scuole e la ripresa dei miei progetti di psicomotricità nei vari asili.
Ma lo ammetto, non riesco ad essere totalmente immune dalla smania del buon proposito a gennaio.
Soprattutto quest’anno.
Quest’anno è stato incredibile.
A causa di questa pandemia tutte le mie certezze, lavorative, relazionali e nell’ambito della mia associazione Guardaconilcuore, costruite nel tempo, sono franate.
Lasciandomi un senso di inadeguatezza e sconforto che non sentivo da molti anni. Da 9 anni e mezzo, esattamente, quando nacque mia figlia con la sindrome di Down.
Ma proprio come quella volta, ho imparato a non fuggire dal dolore, ma a tenerlo, sentirlo, lavorarlo.
Ho chiesto aiuto, e appena ho iniziato a sentirmi meglio ho fatto un salto.
Verso dove?
Verso l’ignoto, perdendo l’equilibrio, provando a costruirmi una nuova professionalità qui nel web.
Mantenendo le relazioni a distanza e progettando incontri nel mondo del sociale che sono solo rimandati.
Piccoli passi concreti.
Perché è da un primo passo che si possono percorre chilometri, se siamo nella possibilità di farlo.
Per questo nuovo anno che sta per iniziare vi auguro, e mi auguro, tanta leggerezza, perché è proprio con quella leggerezza che si possono mettere uno davanti all’altro i passi di un nuovo cammino.
Vi auguro di avere la forza di tagliare i rami secchi, o di decidere di mantenerli ma di sentirli meno pesanti.
Vi auguro di far partire nuove nutrienti gemme. Dapprima nella mente, così che poi possano sbocciare, ovunque esse siano nate.