Oggi durante la seduta di psicomotricità i bambini stavano facendo un gioco un po’ troppo motorio. Più che altro quel movimento era fine a se stesso, non si trasformava. E la loro tensione restava alta.
Ho cercato di far evolvere la loro azione, e ho chiesto
“ma i velociraptor mangiano?”
3 secondi di silenzio.
“sì, mangiano!”
Da lì tutto è cambiato.
La tavola si è riempita di cose da mangiare (tutto immaginario), cose “molto pericolose”, carne di lupo, di tigre, di zanzare. Ognuno metteva una specialità, che parlava del loro mondo interiore.
Fino a… “carne umana”.
Allora dico “ma se io la mangio… non è che mi trasformo?”
2 secondi di silenzio.
“noooooooo”
E invece mi sono trasformata. Ogni piccolo componente del gruppo mi trasformava a turno in lupo, in zombie, in mostro, in mummia, e ogni volta venivo uccisa, catturata, imprigionata, oppure salvata con un incantesimo.
E alla fine del gioco, i loro corpicini era distesi, rilassati, DISPONIBILI ad ascoltare la storia.
Ma quante volte siamo DISPONIBILI noi genitori?
Il loro ucciderci significa:
✅”ti amo ma a volte ti odio davvero tanto “
✅“ mi vorrai ancora bene anche se faccio cose terribili?”
✅”sto crescendo, e sto diventando grande, a volte non mi servi più”
✅”davvero attraverso il gioco posso liberare le mie emozioni, anche le più inconfessabili?”
Il gioco dei bambini è un racconto inesauribile del loro mondo interiore.
Siamo disponibili ad accoglierlo, senza ricorrere alla morale o al giudizio.