Uno spot recitava così.
Io valgo… ma quanto è complesso definire il valore di sé?
La nostra infanzia e i suoi condizionamenti, la scuola e le sue etichette, la nostra indole più prorompente o remissiva, hanno dato forma alla nostra autostima.
Questa parola deriva dal termine ‘stima’ e significa la valutazione e l’apprezzamento che ognuno di noi ha di sé stesso.
E’ una necessità umana fondamentale, di un valore inestimabile proprio perchè spesso viene intaccata dal giudizio altrui e dal tipo di relazioni che abbiamo vicino.
Volere piacere pur non piacendomi, voler lasciare il segno pur non fidandomi del mio giudizio personale, il dovermi affidare agli altri per prendere decisioni importanti.
Quanto ci ho dato peso!
Credo di aver iniziato a riconoscere il mio valore dopo i40 anni.
Forse dopo aver fatto pace con qualche fantasmino che mia figlia, nata con una disabilità, mi ha necessariamente messo di fronte.
Così ho iniziato a rispettarmi, e a mettere a tacere quella vocina che spingeva un po’ troppo l’ago della bilancia verso “l’altro”, e ridimensionato verso l’IO.
Sono arrivata ad un equilibrio totale? No.
Riesco a farlo sempre? Nemmeno.
Ma sai che c’è? Ho imparato ad alimentare quella sana leggerezza che “non è superficialità ma calare
dall’alto sui pesi del cuore”, proprio come dice I. Calvino.
E tu ad autostima, come sei messa?
Ti aspetto nei commenti…