Consapevolezza
Cognizione, coscienza: aver piena c. di qualcosa, esserne perfettamente al corrente.
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Si parla spesso di questo termine, ma poco lo si fa calare dentro di noi adulti.
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Pensiamo al caso delle emozioni: nel momento in cui avvertiamo una sensazione spiacevole, la rifuggiamo, cerchiamo di farla scomparire, la vogliamo trasformare immediatamente in qualcosa di positivo.
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È invece necessario sentirla, prenderne coscienza appunto, darle un nome. Solo in seguito pensare a trasformarla.
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E se invece ci riferissimo ad un bambino?
La consapevolezza di sé, di dove si trova, con chi si trova, ma soprattutto di chi è, si costruisce fin dalla primissima infanzia.
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Rivolgendosi a lui proprio come ad un soggetto pensante.
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Ecco alcuni esempi pro consapevolezza, da mettere in atto da subitissimo:
✅parliamogli da vicino, guardandolo negli occhi, attendendo la sua risposta (anche non verbale) anche se non ce la da realmente
✅massaggiamolo spesso, dalla testa ai piedi, delineando un confine corporeo continuo, anche con un tocco deciso
✅ facciamogli notare dove si trova o dove lo stiamo per portare, ma non diciamoglielo parlando da lontano, creiamo uno spazio di relazione consapevole adeguato alla sua età
✅ non accoriamo appena piange, controlliamo che stia bene, rassicuriamolo anche con lo sguardo e un sorriso, e via. Questo lo aiuterà a considerare da solo la gravità di ciò che accade al suo corpo.
✳️ nel caso del bambino piccolissimo, attesa e rassicurazione mediante la voce, lo aiuteranno ad autoconsolarsi, anche in culla, trasformando quella piccola frustrazione assumibile in risorsa
✅ mettiamolo di fronte alle scelte. Due o 3 opzioni, decise da noi.
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Lui si sentirà strutturato dalla nostra guida ma nella libertà di poter agire come vuole (creaturina😎😅)